Il potere evocativo dell’immagine fotografica tra ricerca e professione, tra artificio e natura.
Attraverso la fotografia Carmelo Bongiorno continua la sua ricerca esistenziale, coglie l’essenza misteriosa delle cose: ambienti e persone appaiono in stato onirico, dentro un naturalismo metafisico, come traslitterazione di sogni in luoghi, come combinazioni arcane. La fotografia si trasforma in pensiero. Nel corso del laboratorio sono stati proiettati e illustrati vari lavori dell’autore, le soluzioni e i procedimenti tecnici, e alcuni audiovisivi realizzati con l’amico Franco Battiato. Carmelo Bongiorno si è proposto di stimolare e far riflettere i partecipanti sulle infinite possibilità espressive che offre lo strumento fotografico quando questo viene “rivolto verso se stessi”, ovvero utilizzato attraverso il filtro delle proprie emozioni per raccontare in modo personale il mondo circostante, e la propria personale lettura della contemporaneità. Fotografare è un atto d’amore. E’ mediare e al tempo stesso rendere unico il proprio sguardo, le proprie esperienze di vita attraverso uno strumento d’espressione straordinariamente attuale che permette in ogni fotogramma di far emergere se stessi al di là della scena ripresa. Si fotografa sempre un luogo, un oggetto o una persona che si ama, qualcuno o qualcosa a cui si è legati, che ci è caro, che ci riporta indietro nel tempo o che in ogni caso ci restituisce delle emozioni, ci desta meraviglia, stupore. Viviamo un periodo in cui il pensiero contemporaneo, nella Fotografia e un po’ in tutte le forme d’arte, piuttosto che ricercare la sua identità e le sue direzioni in profondità, sembrerebbe essere legato a tendenze dettate solo dalle mode, a una sensazione di distacco, di superficie. Al contrario si ritiene che oggi possa e debba esistere una visione poetica contemporanea che si confronti con le tematiche e i linguaggi attuali lasciando ampio spazio alla sfera emozionale dell’autore, ad una progettualità decisamente meno schematica e molto più coinvolgente. Il laboratorio si propone di stimolare e far riflettere i partecipanti sulle infinite possibilità espressive che offre lo strumento fotografico quando questo viene “rivolto verso se stessi”, ovvero utilizzato attraverso il filtro delle proprie emozioni per raccontare in modo personale il mondo che ci circonda, la nostra personale lettura della contemporaneità. Il percorso prevede quindi un iniziale “interscambio” con gli allievi attraverso la comune visione di una breve selezione dei loro lavori (per chi vorrà mostrarli) già svolti o in corso di esecuzione su qualsiasi soggetto e con ogni tecnica, per poi addentrarsi nel tema verificando e analizzando immagini e tecniche dell’autore: visione e commento di vari lavori dell’autore, esperienze comuni di riprese in esterni, tecniche di ripresa e camera oscura digitale e analogica, saranno in sintesi i temi che verranno svolti all’interno del workshop. Inoltre, sulla base delle esperienze dell’autore, si evidenzia come ricerca artistica e professione viaggino spesso su binari paralleli che possono (e debbono) incontrarsi, e come un fotografo debba “fare suoi” anche temi commissionati pur mantenendo la propria identità.
Carmelo Bongiorno (Catania, 1960) è un artista, fotografo professionista e docente di fotografia, che, sin dagli anni ’80, si è posto tra gli autori emergenti della sua generazione e che può contare su oltre 30 anni di professione, ricerche fotografiche, mostre, volumi, pubblicazioni, riconoscimenti. Insegna Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Scopre la fotografia nel 1978 e nel 1983 fonda il Gruppo di sperimentazione artistica “Fase”, gruppo operante sulla base di un impiego non consueto dello specifico fotografico. Nel 1989 vince l’European Kodak Award for Photography con il lavoro Lo sguardo mediato che espone alle R.I.P. di Arles e al Diaframma di Milano. Nel 1992 pubblica Luoghi Privati. Nel 1993 è uno dei sei fotografi nel mondo chiamati per Les Routes du Lait, lavoro esposto alla Bibliothéque Nationàle di Parigi e pubblicato da Editions Contrejour Paris. Nel 1997 pubblica L’isola intima con una prefazione dell’amico Franco Battiato per il quale realizza immagini e video dei suoi album. Nel 1998 è selezionato a rappresentare l’Italia al Mois de la Photo à Paris con una sua personale, e nel 1999 riceve il Premio Barbarino come autore di rilievo della nuova Fotografia italiana. Nel 2000 è invitato ad esporre al Piccolo Teatro di Milano per “Teatro della Visione” insieme a Wim Wenders, Ugo Mulas e Duane Michals. Nel 2001 pubblica Bagliori, un viaggio metropolitano la cui mostra girerà l’Europa. Nel 2002 la Galerie du Chateau d’Eau di Toulouse lo espone e pubblica Carmelo Bongiorno photographies, così come la Triennale di Milano con Le Città Invisibili, grande mostra d’arte contemporanea dedicata a Italo Calvino. Nel 2003 rappresenta l’Italia al Festival internazionale Terre d’Images a Biarritz e nel 2005 è chiamato dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia per I Maestri della Fotografia. Nel 2008 realizza Note di Luce, mostra e volume sul mondo della musica e dell’opera lirica, da un incarico ricevuto dal Teatro Massimo Bellini di Catania. Nel 2009 è invitato al SI FEST 09 dove espone in anteprima una selezione del suo nuovo lavoro Voci. Nel 2010 la Galleria Agnellini Arte Moderna di Brescia gli dedica la grande antologica Carmelo Bongiorno 1985-2010 con relativo catalogo, nello stesso anno pubblica il volume Voci con la Editrice Postcart di Roma. Nel 2011 la Fondazione Alinari per la Storia della Fotografia gli commissiona “Synthesis” una ricerca sul mondo dei trapianti e delle donazioni d’organo che diventa un libro e una mostra. Nello stesso anno è uno dei tre autori de La nuova Scuola di Fotografia siciliana, grande mostra e volume realizzati dal Credito Valtellinese prima ad Acireale e quindi alla Fondazione Stelline di Milano che, insieme agli autori della generazione precedente (Scianna, Battaglia, Sellerio) segna un punto sulle nuove direzioni della fotografia contemporanea siciliana. Sempre nel 2011 è invitato da Italo Zannier a esporre al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia. Ha realizzato oltre settanta mostre nel mondo, dal 2003 è docente all’ Accademia di Belle Arti di Catania e tiene regolarmente workshop in Italia e in Europa; sue immagini sono conservate presso collezioni pubbliche e private e sono state pubblicate da testate internazionali e in vari volumi.