Esistono svariate tipologie di matsuri. Nell’infinita trasformazione che secondo le credenze buddiste, genera, anima e governa il mondo, il fuoco riveste un ruolo fondamentale. Le preghiere, pazientemente scritte su tavolette di legno (ema), arrivano più velocemente a destinazione se bruciate. Molte feste primaverili celebrano la rinascita della vegetazione dopo il lungo letargo invernale, spesso interpretata come la vittoria del bene sulle forze del male. In propiziazione di un buon raccolto di riso, vengono offerti agli dei (kami) cibi, fiori, oggetti votivi di ogni tipo. Alcune delle feste più famose prevedono processioni alle quali assistono folle strabocchevoli, tutti i ceti sociali, bambini, famiglie, vecchi, ragazze belle come i fiori delle loro coloratissime yukata (kimono estivi in cotone o lino), vanno per strada, si scatenano, mentre i bei palanchini decorati (mikoshi) vengono tirati o portati sulle spalle da centinaia di uomini semi nudi che, abbandonata l tradizionale riservatezza nipponica, corrono, urlano, saltano, sudano. In un ipotetico elenco delle grandi mete spirituali del mondo, pochissimi occidentali includerebbero il Giappone. Eppure, proprio qui, vanno cercati alcuni dei templi più incantevoli del mondo, e non molti si rendono conto che tutto in Giappone sconfina sempre nel territorio del sacro e che nessuno degli aspetti più famosi della cultura giapponese, dalla cerimonia del the al giardino, dal teatro Noh all’Ikebana, e persino alle arti marziali e al sumo, è esente da un fortissima carica spirituale. La mostra fotografica “II Giappone dei riti” illustra quindi alcuni aspetti insoliti del Giappone, un paese che molti credono di conoscere giudicandolo a torto ormai assimilato alla cultura occidentale, ma su cui in realtà si continua ad essere molto disinformati. In un ipotetico elenco delle grandi mete spirituali del mondo, pochissimi occidentali includerebbero il Giappone. Eppure, proprio qui, vanno cercati alcuni dei templi più incantevoli del mondo, e non molti si rendono conto che nessuno degli aspetti più famosi della cultura giapponese, dalla cerimonia del tè al giardino, dal teatro Noh all’ikebana, e persino alle arti marziali e al sumo, è esente da una fortissima carica spirituale che trova sempre la sua apoteosi in un’ineffabile senso di comunione con la natura, che neanche il prorompente squallore di certi ambienti urbani è riuscito a distruggere. “Matsuri: il Giappone dei riti” è uno sguardo all’interno della splendida cultura giapponese, ma anche delle contraddizioni di una società sempre in bilico fra modernità e tradizione.
Marcella Croce, giornalista e scrittrice, è stata docente di lingua italiana per conto del Ministero Affari Esteri italiano presso la Ritsumeykan University di Kyoto, antica capitale culturale del Giappone. Durante quel periodo, insieme al figlio Andrea Matranga, giovane e promettente fotografo dilettante, ha fotografato alcuni fra i numerosi MATSURI (‘feste religiose’ in giapponese) celebrati annualmente a Kyoto (oltre 60000 in tutto il paese) per i quali vengono spese incalcolabili energie spirituali, fisiche e materiali.
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