Entrare nell’universo della mente umana è assai complicato, lo è ancor di più se questo tentativo mira a comprendere alcune delle perversioni che affliggono la nostra esistenza.

 Spesso queste degenerazioni si rincorrono e si ritrovano ad essere un completamento l’uno dell’altra, in una sorta di rafforzamento. Quando il satanismo e l’esoterismo si legano in una commistione di sesso e violenza, diventano un esempio esplicativo di quanto la mente possa esprimersi nei suoi lati più oscuri. Il mistero dell’occulto trova terreno fertile nelle personalità più deboli, dando vita al gruppo con le sue regole, le sue gerarchie, i suoi rituali. Se si richiamano alla mente i fatti di cronaca più sconcertanti della storia moderna si comprende che questo concatenarsi di violenze è una realtà molto vicina alle nostre routine ma che affonda profonde radici nella storia dell’uomo. L’uomo ha cercato da sempre di combattere le tenebre così come la sua stessa estensione concettuale o potremmo dire il suo alter ego: il richiamo cioè, l’ascendente che le tenebre hanno sulla mente. E’ l’attrazione fatale verso tutto ciò che è proibito. Realizzare le foto all’interno di una casa usata dal branco crea un brivido percettibile già nell’osservare le immagini. Il senso di questa opera è solo documentaristico, ma delinea un senso di preoccupazione civile nelle persone di senno.

Vanni Stroppiana è nato a Rivoli (To) nel 1953. Inizia a fotografare nel 1980 ma dal 1990 la passione si trasforma in impegno e, per migliorare le sue capacità, s’iscrive al Corso di fotografia della “Società Fotografica Subalpina”. Partecipa da tempo e con buoni risultati a concorsi fotografici nazionali ed internazionali. Si sente appagato dalla ricerca di immagini pulite, costruite attraverso composizioni geometriche ma s’impegna a riprendere l’azione nel miglior momento della sua esecuzione o nel momento saliente della stessa. E’ costantemente interessato a fermare l’immagine il più nitidamente possibile.

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