L’idea di allestire una mostra fotografica sulla coltivazione del ficodindia a Roccapalumba si è fatta sempre più largo nei nostri pensieri ogni qual volta guardavamo gli scatti della giornata al ritorno dalle escursioni.
Ci eravamo posti l’obiettivo di documentare per immagini questa peculiare produzione agricola nelle fasi che vanno dalla raccolta dei frutti alle operazioni di selezione, despinatura e incassettamento, queste ultime ignote ai più. Perché proprio il ficodindia? Perché il ficodindia, secondo l’immaginario collettivo, è spesso considerato simbolo della Sicilia, icona rappresentativa e allegorica di una terra dai forti contrasti. Perché il ficodindia è una pianta tenace, resistente, adattabile, che riesce ad attecchire e a fruttificare laddove altre specie fallirebbero. Perché il ficodindia, nonostante il nome scientifico (Opuntia ficus-indica) che rimanda alla penisola indiana, è originario dei deserti messicani ed è stato adottato dai siciliani di cui riflette l’indole. E infine perché il ficodindia è una risorsa economica che negli ultimi due decenni è riuscita a superare il pregiudizio che lo faceva considerare alimento per indigenti e ha conquistato spazi sempre più ampi, mercati sempre più vasti e i palati più raffinati. Le campagne intorno a Roccapalumba, in provincia di Palermo, con impianti più o meno recenti, molti dei quali già produttivi, si sono rivelate di particolare interesse documentario. Il Comune rappresenta una realtà territoriale che, nella logica della continuità amministrativa, si distingue da quasi venti anni per il sostegno offerto ai propri produttori per imporsi sul mercato regionale e per richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto sulle colture tradizionali. In questo contesto di promozione di un frutto della terra, che è anche promozione culturale del territorio, si inserisce la presente mostra fotografica che abbiamo denominato semplicemente “Ficodindia”. La mostra si compone di venti stampe fotografiche, formato cm 40 x 60, che delineano un itinerario iconografico dove il prima e il dopo si accostano, si compongono e coesistono. L’esposizione restituisce al visitatore l’identità di un paese che rivolge lo sguardo al passato e al contesto territoriale più prossimo, nel tentativo di recuperare antiche colture e tradizioni, ma che, nello stesso tempo, è proiettato verso il futuro e verso ambiti commerciali sempre più vasti.