Non si può chiamare un reportage su di una manifestazione politica, poiché , nel lavoro di Ferrari, prevale la ricerca della personalità e della dignità della persona singola che diviene simbolo di sé stessa.
Lo stesso autore ce ne dà conferma: “Quando gli uomini impugnano le bandiere, quando si stringono intorno ai loro simboli, ci sono momenti in cui si trasfigurano, diventano essi stessi simboli. io cerco quei momenti.” Trascrivo soltanto un brevissimo stralcio dell’ampio testo di presentazione alla mostra redatto da Carlo Gallerati: “Sono due i motivi intuitivamente più logici che possono determinare una persona a seguire una manifestazione di piazza: il primo è manifestare, l’altro vedere quelli che manifestano. Vedere, poi, può assumere connotazioni ulteriori, come fotografare… Dani Ferrari è questo che fa: scende in piazza durante le manifestazioni e scatta fotografie… ma se guardi le immagini che ne tira fuori capisci che l’evento collettivo non lo interessa per gli aspetti pubblici che mostra, ma per quelli privati che nasconde: gli altri fotografi raccolgono notizie, lui distilla stati d’animo. Ferrari ritrae singoli manifestanti per recuperarne le solitudini smarrite, per restituire loro l’individualità ancora una volta sacrificata in nome della causa comune. Allora non è cronaca, la sua, ma pura operazione d’artista: costruire emozioni servendosi di forme, assegnare un volto possibile ai pensieri e salvarli così dal nulla cui erano destinati.
mostra CIRMOF – FIAF
Curatore della mostra: Bruno Colalongo EFI – BFI – SemFIAF – ESFIAP