Mostra fotografica “New Economy” – Lorenzo Davighi

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Su di un semplice, laconico biglietto, Lorenzo Davighi scrive: ” immagini stampate su pagine del quotidiano Sole 24 ore, opere uniche e irripetibili …Non svolgo un lavoro nel settore economico, mi sono servito delle pagine del quotidiano perché era consono al modo di voler accentuare la percezione quasi tattile del nuovo modo di comunicare, di vivere, l’essere schiavi del denaro, come se fossimo quotidianamente monitorati e non fossimo più liberi di decidere il futuro del quotidiano nostro avvenire. Tanto basta per introdurre un tema concettuale sul potere del denaro e stimolare qualche riflessione sulla natura del supporto cartaceo utilizzato per la stampa”. Il fotografo aggiunge, sempre sullo stesso biglietto: “Sogno, disperazione, euforia, ricordi nel passato e soldi, soldi e ancora soldi, la sostanza della vita.”

In piena epoca di affermazione dei valori del positivismo, è evidente il riferimento al gioco in Borsa, illusorio quanto foriero di disperazione, nel ricordo della depressione del ’29 e di quella attuale. L’irripetibilità delle stampe è, in realtà, solo apparente, poiché anche tra dieci anni Davighi potrà stampare le immagini sulle pagine del quotidiano, aggiornate alla nuova situazione dell’economia, concettualmente il corredo dei sentimenti non sarà cambiato. La tematica che si evince nell’ammirare le foto di Lorenzo Davighi pone un netto accento su quell’unione, da sempre inscindibile, tra la vita dell’uomo e il numero. Binomio inscindibile, appunto, in quanto ci permette di considerare il tutto, nella sua eccezione più vasta e di renderlo semplicisticamente in una cifra. Penso che questo sia il punto di partenza dell’elaborazione fotografica proposta dall’autore: la quotidianità, la finanza, i sogni, insomma la nostra vita di tutti i giorni e la conseguente “digitalizzazione” caratterizzata non solo da quella traduzione schiettamente numerica tra azione ed evento umano, ma anche da quella sottile, ed arcana simbiosi tra l’umanità tutta ed il numero così prepotentemente portato alla ribalta dai nuovi media. “Digitum”, proponeva i Romani, “digit” oggi gli americani; tanta distanza temporale tra le due parole colmata in un batter d’occhio da un trasferimento dati, con una connessione in rete o forse con il proferire una parola modernamente magica: “digitale”. “Numerique” dicono i francesi, come sempre con quel loro modo diretto di affrontare l’esistenza; numero quindi, moderno e pratico, senza fronzoli ed orpelli alla stessa stregua delle immagini proposte dall’autore, modernamente pratiche nel far affrontare alla sua idea di umanità l’antica e sempre identica sfida della sopravvivenza nel sistema ma anche del sistema. Quindi è del sistema che stiamo parlando; oggi il concetti di innovazione risiede nelle svariate modalità di rappresentazione della realtà; stesse commedie, simili personaggi, identiche molte delle condizioni che determinano le scelte (dell’uomo); unica vera differenza il modo di rappresentare e di affrontare la realtà. E dal sistema che promana un concetto tanto innovativo da poter essere definito “rivoluzionario”: “La nuova Economia” la new economy. Ecco il nuovo modo di rappresentare la realtà; le nuove sfide per l’umanità comodamente seduta davanti un monitor convinta di aver compreso il mondo. Ma dov’è il niovo se non nel mezzo?! Il fine è sempre lo stesso e il nostro Lorenzo Davighi nelle sue foto, così dirette nel significato, ce lo ricorda continuamente: i beni di lusso, la vita agiata, il mondo accidentale la finanza alla portata di tutti, eccellente interprete del nuovo modo di rappresentare i vecchi problemi che da sempre impegnano l’uomo.

Federico Fazio.

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Curatore della mostra: Bruno Colalongo EFI – BFI – SemFIAF – ESFIAP