Questa mostra è il risultato di una ricerca, iniziata alcuni anni or sono, attraverso la quale Ernesto Mezzera si studia di penetrare i sentimenti, la spiritualità e gli straordinari valori affettivi dei fanciulli portatori di un handicap, riuniti in una scuola a loro riservata. La ricerca ha dato vita a numerose mostre e stimolato dibattiti ed incontri tra docenti, genitori e psicologi. In questa sede, il fotografo ce ne presenta soltanto una piccola parte.
I fotografi perseguono la ricerca documentaristica e scientifica plasmandosi sulla sensibilità collettiva che si evolve con il trascorrere del tempo. Se pensiamo al modo tragico con cui Diane Arbus, negli anni ’60 fotografava gli infelici portatori di handicap o all’inquietante drammaticità delle immagini di malati di mente che, sempre in quegli anni, si osava pubblicare, osserviamo che, oggi, l’approccio del fotografo con le creature sfortunate è certamente più affettuoso. Non è perché le strutture che le ospitano sono concepite, ormai, come luoghi di dimora sereni e luminosi, ma sono i fotografi che, accostandosi a quegli ambienti con spirito d’amore, riescono ad interpretare lo straordinario senso di umanità che vi regna. I fanciulli portatori di handicap, attraverso la fotografia di Ernesto Mezzera, esprimono gioia, desiderano amore e, quando lo ricevono, lo sanno ricambiare con una forza ed una generosità di cui gli altri bambini, distratti come sono dagli allettamenti di un mondo esterno frenetico ed ingannevole, non sono più capaci. Allora ci chiediamo, assieme con l’Autore: “I fanciulli non sono dotati di un animo e di un cuore più belli di tutte le altre creature umane?” E. Mezzera ha compiuto un coraggioso lavoro all’interno del Centro Bresciano Down. La mostra serve da spunto per coinvolgere il pubblico dei visitatori in un aperto colloquio con i psicologi Nunzia Sgadari e Antonio Oliva.
Curatore della mostra: Bruno Colalongo EFI – BFI – SemFIAF – ESFIAP
mostra CIRMOF – FIAF