Prosegue il percorso espositivo itinerante di “Fiabe al muro”, mostra di pittura dell’artista Gianni Maria Tessari liberamente ispirata alla fiaba “Nina e il Natale dei gatti” della scrittrice Vinny Scorsone. Dopo le esposizioni all’Unione Culturale “Franco Antonicelli” di Torino, al Complesso Monumentale “Federico II” di Monreale e al Castello Inferiore di Marostica (VI), le opere tornano in Sicilia per essere esposte ancora a Palermo. La mostra, arricchita e integrata nel tempo, si compone oggi di diciotto tele dipinte che seppur realizzate come trasposizione figurativa di una fiaba, quella di “Nina e il Natale dei gatti” per l’appunto, sono caratterizzate tuttavia da originalità e autonomia artistica. “Fiabe al muro” è una rassegna pittorica dotata di unitarietà stilistica e formale, con uno schema pittorico ricorrente che divide la tela in due parti: un muro con una scritta in grandi caratteri, nello stile dei graffiti, e figure ispirate alla fiaba, oltre il quale si stagliano sagome di palazzi e facciate di fabbriche, comignoli e ciminiere, improbabili edifici dalle tinte uniformi scanditi da finestre che si ripetono eguali, monotone, finte come in un cartone animato. D’un azzurro irreale o turchese o violetto, sempre perfettamente uniforme, fiabesco, appare il cielo. Il muro dipinto da Tessari potrebbe essere uno dei tanti muri di cemento che si ergono nella periferia di una moderna città, che fa da limite a una strada e a un quartiere e metaforicamente assurge a simbolo dell’incapacità dell’uomo del nostro tempo, alienato e raffigurato in esili figure scure, di dare spazio alla fantasia, al sogno, all’ immaginazione. Il racconto pittorico si svolge sui frammenti murari di questi ipotetici paesaggi urbani che si snodano come un nastro orizzontale senza soluzione di continuità, e in contrapposizione con la verticalità degli elementi urbani al di là da questo, su cui sono riportate scritte policrome riferibili alla fiaba narrata da Scorsone. Il muro come supporto del racconto si trasforma, nelle opere del pittore, in un simbolo positivo che conferma il bisogno dell’uomo di vivere di fantasia e la possibile convivenza tra mondo reale e mondo delle favole.
Giuseppe Viviano.
Galleria Imago.